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Lo scandalo dell’intervista del Presidente della Suprema Corte di Cassazione Antonio Esposito al quotidiano “Il Mattino”. Solo guerra mediatica!

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Di Andrea Atzori

 

La bagarre mediatica si scatena sulla persona del giudice Esposito, il presidente della Corte di Cassazione che ha emanato la sentenza contro Berlusconi. Come se avesse commesso un delitto! Il fatto che, pressochè, tutti i media italiani siano classificabili come filo Berlusconi o anti Berlusconi è cosa risaputa. Solo che mentre i primi sono la quasi totalità, i secondi sono una miserrima minoranza, da contare sulle dita di una sola mano. L’attacco al giudice, accusato di essere l’autore ed artefice della sentenza contro colui che si è posto al di sopra della legge, era cominciato da subito dopo la lettura del dispositivo di condanna definitiva. I quotidiani Libero ed il Giornale, hanno ridicolizzato questa persona di magistrato integerrimo, reo solo di avere dimostrato la sua probità con il solo fatto di non essersi piegato alle lusinghe ed ai ricatti. In pratica hanno dichiarato chiaramente che questa persona non fosse indicata a condurre questo processo perché nemico personale di Berlusconi. I casi di ricusazione del giudice naturale precostituito per legge sono tassativi e ben determinati ed enumerati dalla legge.  Se gli avvocati non hanno presentato istanza nei termini, significa che non sussistevano i requisiti di diritto. Ecco perché tanti giuristi, vedi il Cordero, fanno riferimento, in questa materia relativa al dovere del giudice di deliberare in solitudine, alle diverse situazioni prodotte dall’evoluzione scientifica e tecnologica, in cui le informazioni e le opinioni non si scambiano con le lentezze proprie  delle società agresti e patriarcali di tanti secoli or sono. Oggi il giudice è sotto le lenti dei riflettori di ogni tipo  di informazione mediatica. Se vi si aggiunge la considerazione decisiva e determinante che sotto processo vi era il padrone assoluto dei media, ne abbiamo abbastanza per capire di quanto l’indipendenza del giudice sia stata non solo violata ma violentata mille volte. Questa pressione non era casuale. Era mirata a costringere l’uomo posto sotto assedio, ad uscire allo scoperto. Come i cacciatori che dopo avere fatto prigioniero l’orso dentro la sua tana, gli  lanciano contro le orde dei cani, per costringerlo ad uscire dal suo rifugio, per poterlo, quindi, uccidere. L’intervista resa al quotidiano Il Mattino, era stata accettata di sicuro, proprio nell’intento di rompere l’assedio dei media. Purtroppo egli non ha messo in conto il fatto che in Italia non esiste la stampa c.d. indipendente. Gli organi informativi sono tutti asserviti, tranne qualcuno. Il tranello era già scattato, come una trappola. Il giudice intendeva solo difendere la sua onorabilità ed integrità professionale, spiegando all’opinione pubblica italiana la sua totale buona fede nella decisione adottata nel processo a Berlusconi. D’altra parte egli non era  giudice unico, ma faceva parte di un organo collegiale, la Corte di Cassazione, che conduceva il processo all’ultimo grado del giudizio, dopo altre due decisioni concordi di condanna. Inoltre, l'impugnazione di una sentenza di secondo grado, dinanzi alla Corte di Cassazione può avvenire solo su questioni di diritto, non per quanto riguarda il merito del processo, su cui fa stato la sentenza di secondo grado. Pertanto, il giudizio sui fatti oggetto dell'intervista al quotidiano il Mattino, era fuori dalla competenza della Cassazione. La decisione su di essi era già stata pronunciata dalla Corte d'Appello e resa di dominio pubblico. Il Presidente Esposito nell'intervista, ha esposto, come un libero cittadino, solo una sua opinione personale su questioni di fatto che erano già sottratte alla sua competenza giudiziaria, in quanto membro del collegio giudicante presso la Corte di Cassazione. E' questa la realtà di fatto incontrovertibile. Tutto il resto sono solo chiacchere e propaganda politica tirata su da una Stampa asservita al potere mediatico del tycoon di Arcore. Questa pretesa di non accettare la condanna penale definitiva per questo personaggio che rimane sempre e solo un uomo, non un dio, è la via più breve per infilare la strada della guerra civile, in cui i conflitti si risolveranno con la violenza più brutale, non con le norme sostanziali e processuali dell’ordinamento giuridico garantista del nostro Stato democratico. Ci saranno spargimenti di sangue tanto gravi che, proprio costoro che si atteggiano a guerrieri invincibili, saranno i primi a pagare e si pentiranno amaramente delle loro prepotenze. Il popolo oggi appare tranquillo e propenso ad accettare il momento assai duro e difficile in cui il paese si trova, subendo la tracotanza di una classe dirigente che punta a risolvere i problemi economici in una sola direzione, cioè i sacrifici imposti allo strato più povero della popolazione, solo perché è fiduciosa nell’opera della magistratura. Proprio perché la magistratura ha dimostrato, nel tempo, di essere l’unico organo istituzionale che difende la legge e la costituzione. Se anche questo ostacolo contro l’arroganza del potere, venisse rimosso, l’atteggiamento del popolo cambierebbe di sicuro. D’altra parte, il seguito di Berlusconi lo abbiamo visto tutti dalla manifestazione ultima tenuta a Roma davanti a Palazzo Grazioli. Erano poche centinaia di persone, per lo più vecchiette povere e bisognose, attirate dalle poche decine di euro regalate loro per indurle a partecipare. In ogni caso, tornando nel merito dell’intervista al quotidiano il Mattino rilasciata Presidente Esposito, nulla è accaduto ed è stato detto di illecito. A parte la considerazione ovvia, fino alla banalità, che il discorso era tutto incentrato su semplici disquisizioni di carattere generale, relative a principi di diritto applicabili in casi simili a quello del processo all’uomo Berlusconi, (che non è dio, né per chi crede ad un creatore né per chi non crede, se non vogliamo scivolare nella follia pura); il giudice si spoglia dell’azione penale con la sentenza, e la sentenza era già stata emessa con la lettura in aula del suo dispositivo, pertanto, il dovere di segretezza era già finito. Infatti, le sue dichiarazioni, comunque le si vogliano intendere, non possono più inquinare il processo essendosi esso già chiuso con la pronuncia della sentenza. Per giurisprudenza consolidata, inoltre, una volta pronunciata la sentenza, essa non può più subire alcun influsso da parte di eventuali successive prove circa l’indipendenza del giudice. Ma, ripeto, non è questa la circostanza del caso. Gli avvocati di Berlusconi lo sanno bene, ma vogliono soffiare sul fuoco per appiccare un incendio, che ripeto, è totalmente da irresponsabili e proprio di persone prive di scrupoli morali. Berlusconi è un cittadino italiano come tutti gli altri e deve rispondere delle sue colpe. Trascinare l’Italia in una guerra civile per questi motivi sarebbe, semplicemente, una follia collettiva. Il giudice non era prevenuto e ha fatto solo il suo dovere. Male sarebbe stato se si fosse lasciato condizionare. Per dimostrare che avesse agito su stimoli di natura politica, si deve provare la sua appartenenza politica, in termini di militanza. In caso contrario è solo aria fritta, è lo stridulo abbaiare di cani ben pasciuti dal padrone che sobbalzano al solo fremere di foglie mosse da un leggero soffio di vento. I magistrati, specie quelli di frontiera, impegnati nella lotta al terrorismo od alla mafia, si sono astenuti dal rilasciare interviste solo quando queste potessero pregiudicare le loro indagini. In caso contrario, la loro disponibilità a spiegare al grande pubblico la realtà del fenomeno delinquenziale da loro contrastato, non è mai stata disattesa. Tutti abbiamo avuto l’opportunità di partecipare a convegni appositamente predisposti a questo scopo, con la partecipazione di giudici che rendevano note al grande pubblico le realtà in cui il loro impegno è stato profuso, al fine della vittoria della giustizia sulla criminalità. Tanta parte della politica e della stampa hanno accusato i giudici di protagonismo. Sono gli stessi che si sono prodigati al fine di frapporre ostacoli al successo dell’azione anticrimine della magistratura. Che la massima parte della stampa nazionale sia ormai divenuta di regime ce lo prova la notizia diffusa da un quotidiano nazionale, secondo cui il presidente russo Putin sarebbe stato in viaggio verso l’Italia per far visita a Berlusconi, in segno di solidarietà per la condanna penale definitiva subita. Non era assolutamente vero.  Putin non ha e non vuole avere amici dichiarati delinquenti da sentenze passate in giudicato!

 

 

Post scriptum

 

Sulla home page del sito del quotidiano Il mattino, è stata pubblicata la registrazione audio dell'intervista rilasciata dal presidente della seconda sezione della Corte di Cassazione, Antonio Esposito, in relazione alla quale si è scatenata la guerra mediatica a favore del condannato Berlusconi, sul presupposto che il giudice avrebbe dato in pasto all'opinione pubblica le motivazioni sulle quali si sarebbe basata la sentenza, ancor prima che queste fossero pubblicate. Da indagatore egli è stato subito trasformato in indagato tale da essere stato subito additato come un truffatore che avesse agito contro Berlusconi in totale malafede. Dalla registrazione, secondo le affermazioni e rivendicazioni del direttore del giornale napoletano, sarebbe dovuto risultare che effettivamente il dottor Esposito avrebbe rilasciato l'intervista per commentare la sentenza pronunciata sul processo Berlusconi e non per parlare di questioni giuridiche in modo generico, come, invece, dichiarato dal magistrato. Solo pochi siti on-line, hanno messo in linea e sottoposto ad analisi e stringenti argomentazioni questa registrazione, per concludere che sulla risposta incriminata, la domanda del giornalista non aveva come oggetto la sentenza di condanna a Berlusconi. In pratica il giudice rispondeva solo in termini generici alle questioni giuridiche che gli sono state prospettate dal giornalista. Il quale poi ha completamente trasformato il senso delle dichiarazioni rilasciate dal suo interlocutore, attribuendole il valore di commento alla sentenza in questione che invece non aveva. Quella intervista è stata taroccata e questa verità è ormai svelata, ma tutti i media non se ne curano, perchè collusi con il sistema berlusconiano. Eppure questo giornalista de "Il Mattino" pare fosse amico da oltre 35 anni con il giudice e per questo motivo egli si sarebbe fidato.

 

Ecco il Link  al video messo in linea da "Il Mattino"

 http://video.ilmattino.it/index.jsp?videoId=11704&idSezione=22

 

 


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