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Incentivi statali alle imprese e disoccupazione giovanile.

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Di Andrea Atzori

 

 

Dal 6 Maggio, è notizia di questi giorni, partiranno i nuovi incentivi alle imprese. In particolare alle case automobilistiche. Che sono tutte straniere, considerato che in Italia, non c'è più un'azienda nazionale che fabbrichi automobili. La FIAT, infatti, non è più italiana ma americana.

Quindi, i soldi delle tasse pagate da cittadini italiani, finiranno nelle tasche di cittadini stranieri. Prevalentemente, risorse finanziarie sottratte a buste paga di lavoratori ed impiegati e pensioni di gente comune. Tasse che i cittadini pagano per contribuire alle spese per i servizi pubblici, ma che non vengono destinate ad essi.

Infatti, il governo, taglia queste spese, solo in quanto quella contribuzione finanziaria versata a favore dello Stato, per i bisogni dello Stato, debba essere, invece, destinata alle imprese, cioè ai privati, che non solo le tasse non le versano affatto,  considerata la macroscopica evasione fiscale di cui sono protagonisti, ma che sono anche colluse con la politica, tanto da farne una cosa sola. Politica ed imprenditoria privata, sono talmente intrecciate, da essere indistinguibili, cioè una stessa, identica cosa.

Ma, come nel caso del settore automobilistico, gli incentivi statali, quasi sempre, vanno a finire nelle casse di aziende straniere. Ci sono stati casi di capitali stranieri che figuravano essere investiti in Italia, tramite l'acquisto di vecchie e dismesse imprese nazionali, solo per poter usufruire dei sostegni finanziari statali. Dopo averli ottenuti, queste imprese, rivendevano tutto e sparivano dalla circolazione.

Adesso, hanno inventato un nuovo espediente per poter giustificare questi abusi e soprusi a carico dei contribuenti italiani. E' la storiella della disoccupazione giovanile, un fenomeno drammatico che vorrebbero eliminare tramite, appunto gli incentivi alle imprese. Aiutare le imprese, finanziariamente, significherebbe, metterle in condizioni di assumere nuovo personale, cioè giovani.

Ovviamente, è solo un pretesto per rubare soldi allo Stato e distribuirli alle solite imprese amiche dei politici e colluse con la partitocrazia. Gli imprenditori privati, non assumeranno mai giovani italiani, non essendo costoro in condizioni fisiche e psichiche, di svolgere alcuna attività lavorativa proficua in alcun settore della produttività economica. Infatti, per scelta politica ben precisa, sia la politica che la società nel suo complesso, hanno costruito un modello di cittadino che è una caricatura di uomo. Immaturo, senza quei requisiti indispensabili di cultura e di valori umani, necessari a renderlo un degno protagonista del mondo, non solo economico, ma, soprattutto, civile.

Un tempo, a certe deficienze della scuola e della religione, sopperiva il servizio militare obbligatorio. In pratica, uscito dalla leva militare, il giovane era già un uomo, cioè maturo, per la società e per la famiglia. Oggi, non è più così. La scuola non forma, non forma la religione, non forma la politica, che anzi danno il cattivo esempio.

Senza neppure l'esercito, il giovane rimane preda di tutti i mali di cui la società distorta dei nostri giorni è artefice senza limiti possibili ed immaginabili. Giovani imbottiti di stupefacenti ed ubriachi di sesso, che vivono in una sfera lontana anni luce dalla realtà pragmatica della vita dura, crudele e feroce di un mondo quasi senza speranza.

Ecco allora spiegato il motivo per cui, non solo le aziende straniere, ma anche quelle italiane, continueranno ad intascare i soldi degli incentivi alla produzione sganciati da tutti i governi che si alternano alla guida, si fa per dire, del paese, ma non ci pensano neppure un pochino ad assumere i giovani disoccupati italiani.

Con quelle risorse finanziarie, benevolmente, elargite dal nostro Stato, ottenute tramite il taglio ai servizi pubblici, cioè allo scopo normale e legittimo, per cui il cittadino paga le tasse, le imprese beneficiarie, italiane e straniere, investiranno altri capitali all'estero, e assumeranno giovani lavoratori di quelle nazionalità, molto più efficienti e produttivi.

Ecco, in Italia, la classe dirigente nazionale, ha posto ed affondato le premesse per il capitombolo definitivo dello Stato italiano. Quando tutti i lavoratori anziani saranno finiti in pensione o nella tomba, l' Italia precipiterà nelle stesse condizioni sociali, economiche e politiche, dei paesi del terzo mondo sudamericano, in cui a farla da padrone è il narcotraffico, cioè le organizzazioni criminali.

In Italia, il male supremo sta già al potere, da vari decenni. Le mafie hanno esteso le loro radici in tutti gli schieramenti politici e lavorano alacremente, per scrollarsi di dosso il fastidio arrecato dalla guerra quotidiana che la magistratura ha scatenato nei loro confronti. Il destino dello Stato e della società italiana, nel suo complesso, è ormai segnato.


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