Il vecchio continente Europa, fucina di antiche civiltà, come un mastodonte grezzo e rozzo, nel corso dei millenni, ha affinato le sue forme abominevoli, abbeverandosi al sangue stesso dei suoi popoli. Ciò che la storia chiama progresso ed evoluzione non è stato altro che un susseguirsi di guerre catastrofiche, di massacri feroci e spietati, in cui il ciclo della vita si è rinnovato e tramandato al prezzo altissimo dello scorrere impetuoso di fiumi gonfi di sangue umano, che hanno attraversato pianure, valli e montagne, fino a disperdersi nel mare sconfinato della storia.
Guerre incessanti e spaventose che come un rito sacro, sono sempre state celebrate nel nome degli dei a cui hanno attribuito la nascita e la scomparsa della vita su questo pianeta. Se avessimo la capacità di contare il numero delle vittime della follia distruttiva umana, esplosa attraverso le guerre fin dal suo inizio, verremmo in possesso di cifre da capogiro, tali da far venire i brividi, da accapponare la nostra pelle e farci perdere il senno della coscienza.
Fino al secondo ed ultimo conflitto mondiale, quando la mostruosità umana ha toccato il suo fondo ed ha fatto riflettere sulle conseguenze di un successivo ripetersi di un'esperienza del genere nel cuore dell'Europa. Gli statisti hanno pensato di costruire un'Europa unita, una nuova, grande nazione, una casa comune per tutti gli europei. Se quella nazione, dopo tre quarti di secolo non è mai nata, essendosi fermata allo stadio di confederazione, caratterizzata da limitati obiettivi di natura economica e finanziaria, immersa in perenne stato di crisi economica e dilaniata da lotte di potere tra i suoi membri, troppo diversi per civiltà, cultura e caratteristiche etniche, elementi variegati e incompatibili tra loro; essa non ha mai cessato, però di esportare nel resto del mondo il suo spirito di guerriero indomabile, il desiderio e piacere sconfinato di macchiare la terra del sangue ribollente delle sue vittime.
Così, se la pace in Europa dura da quasi un secolo, il resto del pianeta è stato devastato dagli innumerevoli conflitti regionali che la santa alleanza atlantica, tra USA ed Europa, ha scatenato per saziare le sue bramosie di dominio e ricchezze e la sua sete di sangue. Un mondo in fiamme ed un'isola felice. La terza guerra mondiale non si sta combattendo in Europa, ma è stata esportata e scaricata in altre parti del mondo.
Questo gioco non poteva durare in eterno. A forza di ingigantirsi il fronte di guerra, sta ritornando da dove era partito, cioè al cuore dell'Europa stessa. Il pianeta Terra è più grande, molto più grande del vecchio ed ormai emaciato continente europeo. La storia non smette mai di evolversi e progredire. Il cammino umano non conosce soste, non si prende pause. E' sempre in essere, una corsa che demolisce tempo e spazio. Perché essa è lo spazio stesso ed il tempo, che ogni cosa corrodono e distruggono, inesorabilmente.
Il momento cruciale è arrivato, lo scontro fatale tra i due mondi, la vera ed unica guerra dei mondi. L'emisfero est-ovest del pianeta sono entrati già in collisione. Il terremoto, arrivato al suo apice, promette di scuotere l'astro cosmico dalle sue fondamenta. Il suo stesso nucleo interno manderà in fusione la sua superfice. Un evento catastrofiche di immani proporzioni. Lo spirito rabbioso della bestia umana è quello stesso della Terra che lo ha generato, votata all'autodistruzione.
In Ucraina e sul suo destino, si stanno giocando i destini delle popolazioni europee. Il diavolo, il male personificato è la Russia, il popolo russo, l'uomo russo. La civiltà cristiana occidentale, potrà essere salvata dal pericolo rappresentato dall'invasione del demonio nel suo sacro suolo, solo se la guerra verrà scatenata senza alcun limite alla violenza ed alla ferocia dell'istinto guerriero dell'occidente. La parola d'ordine è: salvate il tempio sacro dalla profanazione della bestia.
Intanto, come il cacciatore imprudente, di fronte alla belva furibonda, snidata dalla sua tana, cerca di indurla alla calma, convincendola di non costituire per lei alcun pericolo né una minaccia al suo territorio, vengono inviati segnali diretti a far credere che la vera causa e fonte di rischio sia la povera bestia ridotta al ruolo di preda e non l'infido e spietato predatore umano.
La minaccia alla pace nel mondo è la Russia, che non ne vuole sentire di evitare di rendersi un ostacolo alla pace nel mondo, smobilitando le sue frontiere, per consentire l'avanzamento, il c.d. allargamento della potenza militare della Nato verso l'est, non più europeo, ma addirittura, asiatico, cioè l'estremo oriente. L'esistenza stessa della Russia e della Cina sono un male, il rischio per la pace planetaria.
Si sono, ormai, conclusi i lavori del vertice Nato nel Galles. I risultati sono stati in linea con le aspettative di tutti i suoi membri. La guerra si deve fare, ma non dichiarandola, sarebbe troppo ingenuo. Solo ammassando sempre più imponenti apparati militari di truppe e mezzi sofisticati in preparazione del grande scontro planetario. Un esercito costituito da decine di migliaia di soldati sta per essere ammassato alle frontiere con la Russia. Mentre forze aeree, navali e terrestri stanno invadendo tutto l'Est del continente europeo.
Il nemico che considerano una bestia, nel vero spirito evangelico riconosciuto a questo termine, reagisce a modo suo. Mettendo in mostra i suoi muscoli. Una potenza nucleare tale da ridurre la terra su cui muoviamo i nostri passi in un astro cosmico incandescente, per centinaia, anzi, migliaia di volte, se fosse necessario. Testate nucleari senza limiti di numero e potenza, pronte ad esplodere dappertutto, nell'atmosfera, sulla superficie terrestre o negli oceani. Provocando sempre e solo morte e catastrofe tale da non consentire più che neppure un microorganismo possa sopravvivere per milioni di anni, forse in eterno.
Un mare di fuoco coprirà la superfice della Terra e l'atmosfera verrà spazzata via dalle radiazioni nucleari, l'acqua degli oceani evaporerà ed un deserto prenderà il posto della biodiversità da cui la Terra è stata ricoperta per milioni di anni. Mentre l'ingenuo Putin discute di pace con Poroshenko e sottoscrive trattati per il cessate il fuoco tra ucraini e filorussi, nel momento stesso in cui l'esercito regolare ucraino è in rotta e definitivamente sconfitto, l'orso russo, pensa solo a proteggere il suo territorio e non si addentra in quello nemico.
La sua rabbia scoppierà fatale e incontenibile solo quando il suo territorio verrà violato in modo chiaro e deciso dal nemico conclamato. Solo allora, l'Europa comincerà anch'essa a contare i suoi morti, ormai trascinati nell'Ade dalle Erinni, felici solo di avere abbondanza di raccolto nella loro instancabile opera di mietitura di vite umane.