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Guerra in Siria: la linea rossa di Obama ed il veto ONU.

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Di Andrea Atzori



Obama annuncia l’intervento diretto USA nella guerra in Siria. Putin avverte che sarà come infilarsi in un vicolo cieco.

 

 La guerra in Siria sta volgendo in favore di Assad, ormai sostenuto dall’intervento in sua difesa degli Hezbollah, abili e forti guerriglieri libanesi. L’esercito siriano, nel corso di una battaglia memorabile si riprende la città di Qusayr, situata in una posizione strategica in quanto chi domina quella zona tiene sotto controllo il centro della Siria, e chi controlla il centro della Siria ha in pugno tutta la Siria. Le bande di rivoltosi armati ed organizzati dagli americani ed europei sono, ormai, allo stremo. Chiedono alle potenze occidentali un intervento diretto nel conflitto. Ma queste sono riluttanti, essendo frenate dall’opposizione ferma e decisa, in seno al Consiglio di sicurezza ONU, di Russia e Cina. Minacciano, continuamente, di ricorrere all’uso della forza per sbloccare la situazione, affermando, falsamente, di essere mossi da motivi umanitari, per il numero di morti, quasi centomila, essi dicono, provocati dalla resistenza strenua, opposta da Bashar Al-Assad al rovesciamento violento del suo regime in Siria. In questi eventi storici di rivoluzioni o attacchi esterni ai poteri costituiti di Nazioni libere e sovrane, normalmente, le colpe dei disastri devono essere fatte ricadere su chi per primo ha iniziato ad usare la violenza delle armi. In questo caso, come in tanti altri, già iniziati e conclusi, nei paesi islamici, sempre per ingerenza mai giustificata delle forze militari Nato, i regimi al potere sono sempre stati vittime, mai autori ed artefici. I presidenti o sovrani di questi paesi islamici, sono stati accusati da europei ed americani, per il fatto di non essere scappati con la coda tra le gambe, dopo che le sommosse popolari di piazza, aizzate dagli stessi occidentali, avevano già scatenato le violenze. In pratica, da subito stesso che le folle sono state infiammate dall’insurrezione innescata dai sobillatori, i governanti legittimi e legittimati al potere dal rispetto di ordinamenti giuridici imperanti anche da secoli, avrebbero dovuto non solo astenersi dall’opporre quella resistenza che è insita negli stessi anticorpi che ogni norma fondamentale in se stessa prevede e su cui si regge, ma, anzi, si sarebbero dovuti costituire a questi regimi stranieri per essere sottoposti a giudizio da corti giudicanti falsamente rappresentate come di giustizia internazionale, ma, in realtà, sottoposte allo stretto controllo dei loro apparati istituzionali. Non ci vuole molto per capire trattarsi di vere e proprie guerre sante ingaggiate in nome di attriti e scontri di civiltà sempre esistiti nella storia dei popoli occidentali e di cui ben si conoscono le dinamiche per non essere da subito riconosciute, senza possibilità di errore. Il monito di Obama alla Siria è stato chiaro ed è anche stato ripetuto con una cadenza quasi ossessionante. Non potendo minacciare un attacco militare immediato, subito dopo il veto dei due membri effettivi del Consiglio di sicurezza ONU, cioè la Russia e la Cina, per poter lasciare sempre aperta questa opzione a cui non vogliono rinunciare, in quanto è già stata decisa da qualche decennio, dall’allora presidente Bush, Obama ripiegò tracciando una, ormai celeberrima, linea rossa, oltre la quale non avrebbe consentito ad Assad di andare, perché la Nato sarebbe intervenuta, direttamente, nel conflitto. Questa linea rossa era ed è costituita dall’uso di armi chimiche, di cui la Siria è al possesso. Prima ancora che alcun fatto avesse mai giustificato un allarme in tal senso, già Obama cominciava a sollevare dubbi e insinuare l’esistenza di rischi, traendone spunto per lanciare moniti che hanno coinvolto non solo la Siria, ma, anche la buona fede di Russia e Cina. Nei confronti di Russia e Cina, gli Usa, continuano a far credere di essere ancora il vecchio amico ed alleato della seconda guerra mondiale. Per cui, anche quando li stanno pestando i piedi, si rivolgono a loro con toni ed aria quasi amichevole e familiare, implorandone la comprensione e la condiscendenza. Ogni loro azione, anche la più repellente e brutale, (gli stermini di interi popoli, per interessi economici, oppure nel nome della diversità culturale e di religione, oltrechè razziale, essendo, quello americano, un popolo notoriamente razzista), viene presentata sotto forma di aiuto umanitario, nonché difesa e diffusione dei principi di libertà democratiche. La Russia di Putin, per un poco è stata al gioco, credendo, forse ingenuamente, alla buona fede degli americani, poi ha cominciato a capire la realtà della situazione. Che gli Usa non siano mai stati quel faro di libertà democratiche di cui si è beata, per troppo tempo, apparire al mondo intero e in nome delle quali ha scatenato guerre sanguinarie con il solo falso scopo di difendere i popoli contro i soprusi dei loro governanti, ne da piena prova la denuncia fatta al mondo intero dal funzionario informatico della CIA, da cui si è potuto conoscere la segreta ed orrenda limitazione dei diritti individuali dei cittadini americani e del mondo intero, e quello alla propria privacy. Infatti è notizia diffusa da tutti i giornali del mondo, in questi giorni, che il governo americano sta spiando, tramite intercettazioni telefoniche, ed archiviazione di miliardi di e-mail e attività dei social network, giuridicamente illegittime ed illecite, i cittadini di tutto il mondo, Europa, Russia, e Cina comprese. Più stato canaglia di così si muore! Insomma, Facebook, Google, Microsoft ecc, società americane che hanno inventato internet, si sono rivelati dei cavalli di Troia, dentro ai quali lo Stato americano, è entrato nelle nostre vite, per rubarle. Tutto questo con la scusa della lotta al terrorismo. Ma non si diceva che la lotta al terrorismo era fatta nel nome proprio delle libertà e dei diritti umani? Una guerra per la pace, come troppo spesso si compiace di definire ancora il nostro presidente della repubblica, il sommo pontefice ed i suoi prelati, nonchè tutto l’apparato politico nazionale del c.d. arco costituzionale? Diffondere i principi ed i valori dell’occidente nel mondo, come se le libertà democratiche si potessero esportare con le guerre. L’anomalia di queste correnti di pensiero del neo liberalismo europeo, è già tutta contenuta in questa drammatica verità. Oggi, Mister Obama si trova accerchiato e sotto scacco, investito in pieno da questo tsunami che potrebbe cambiare per sempre i connotati del nostro pianeta, per non lasciare niente che sia ancora come prima. Nel pieno di questa bufera, Obama, preso dalla frenesia, prende la decisione, mille volte scontata, di aprire alla smania dei generali della Nato di scatenare l’inferno in Siria. Il pretesto è sempre lo stesso, l’uso delle armi chimiche, tra cui il gas nervino sarin, da parte delle truppe di Assad. Spalleggiato in pieno dal francese Hollande e dall’inglese Cameron, che già da una settimana vanno urlando a squarciagola al mondo intero di avere le prove dell’uso di armi chimiche. Solo che Obama, se prima dello scandalo di cui è rimasto vittima, predicava prudenza, perché aveva bisogno di più prove, per essere sicuro, onde poter intervenire in Siria, senza mandato ONU, adesso, al contrario, il suo umore, dopo il vicolo cieco in cui lo ha cacciato il giovane informatico della CIA, è cambiato di colpo ed è cambiato anche subito di parere, riguardo all’uso delle armi chimiche da parte dei siriani. D’altra parte, sappiamo bene, che anche l’attacco militare nei Balcani venne ordinato da Clinton, messo alle corde dallo scandalo Lewinski. Le premesse per un nuovo caso di pericolo reale di una nuova guerra mondiale, probabilmente l’ultima, ci sono tutte. Che Assad non abbia mai fatto uso di armi chimiche, ma che siano i rivoltosi ad avere creato, apposta quelle premesse e pretesti che servivano agli occidentali per invadere la Siria, è una verità assolutamente scontata ed indiscutibile. Appartenenti alle forze di opposizione siriana, guerriglieri di Al Qaida che tentavano di portare contenitori pieni di gas nervino sarin, sono stati arrestati dalla polizia di frontiera irachena. La stessa commissaria dell’ONU, Carla del Ponte, incaricata di svolgere indagini in loco sull’uso di armi chimiche nel conflitto siriano, ha concluso che i gas nocivi sono stati usati in modo limitato, provocando un centinaio di morti, proprio dagli insorti e non dalle truppe di Assad. I francesi affermano che dalle analisi svolte nei propri laboratori su campioni prelevati da giornalisti reporter di guerra del quotidiano Le Monde, si è concluso trattarsi di gas sarin usato dall’esercito siriano. Quale sia il titolo di credibilità da riconoscere alle attività di prelievo svolte da giornalisti francesi, sicuramente non imparziali nel teatro di guerra, non si potrà mai capire pienamente. Di certo esiste solo la verità del nuovo risvolto che le vicende della guerra stanno prendendo. La convinzione della Nato di poter rovesciare Assad con un colpo di vento, si sta rivelando pura illusione. Mentre l’esercito siriano marcia sicuro verso la città di Aleppo, determinato a spazzare via i guerriglieri da cui è stata occupata, la Nato non riesce a nascondere il nervosismo ed aspettare gli esiti della conferenza di pace fissata per la fine del mese a Ginevra. Obama, nel suo discorso di giovedì scorso, preannuncia, con tono assai bellicoso, che rompe gli indugi e manderà nuove armi ai rivoltosi, oltrechè studiare l’uso di una “No fly-zone” sui cieli siriani. Dichiara che questa interdizione al volo sui cieli siriani, avverrà dal territorio della Giordania, dove stanno ammassate, pronte per l’impiego, truppe ed armi. Afferma che questo divieto al volo in Siria sarà limitato, per una superficie di quaranta chilometri dalla frontiera della Giordania per proteggere i rifugiati che si sono ammassati in questa zona. Ma le frasi di Obama sono sempre troppo ambigue. Tenta sempre di far credere di agire entro mandato Onu anche quando non ce l’ha. La violazione dello spazio aereo siriano una volta compiuto non si può definire limitato. Perché l’interferenza nello scontro tra eserciti può avvenire senza che i siriani possano denunciarlo. A chi poi, se Russia e Cina, lasciassero correre, perché si prestano al gioco sporco degli americani? Anche in questa circostanza, costoro tentano di carpire la buona fede delle due potenze asiatiche. Dopo l’invito al ranch del supermiliardario, nei confronti del presidente cinese, Obama aspetta di abbordare Putin al G.8 in Irlanda del Nord. Ancora crede e spera di riuscire a flettere la resistenza del presidente russo, con il balenio ed il luccichio dell’oro. Per intanto sappiamo che già una volta, ad Aprile, il tentativo di sbarco della flotta militare Nato sulle coste della Siria è stato vanificato dai sommergibili russi che si sono interposti, come squali, davanti alle navi della flotta occidentale, che, quindi, non si sono potute avvicinare ed anzi, hanno battuto in ritirata. La decisione di voler intervenire dal territorio giordano è sicuramente stata imposta dalla difficoltà od impossibilità di attaccare dal mare come venne fatto in Libia. Intanto Putin, da Mosca, fa sentire la sua voce, contro le esternazioni di Obama e dichiara, forte e chiaro, che la scoperta dell’uso di armi chimiche in Siria è stata fatta da coloro stessi che fecero altrettanto per le armi di sterminio di massa di Saddam Ussein. Cioè, pura invenzione! La situazione in Siria si sta complicando, per gli americani, anche a seguito dell’insurrezione popolare contro il premier Erdogan in Turchia. Infatti in caso di detronizzazione del fido alleato USA, la Turchia uscirebbe dalla Nato. La difficoltà di far passare armi per i guerriglieri attraverso la frontiera con la Turchia, sta, probabilmente, convincendo ancor più gli americani della necessità di agire direttamente e subito. In effetti, anche se negano, stanno già preparando un attacco con truppe di terra, già schierate e pronte, nel confine giordano, da parecchi mesi, in attesa solo dell’ordine da parte dei superiori. Putin ha fatto sapere, tramite il ministro Lavrov, che qualunque tentativo di occupare la Siria con la forza dell’esercito americano, sarà destinato al fallimento, perché si infilerebbe in un vicolo cieco. Gli USA non possono predicare la pace scatenando la guerra.!


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