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USA contro Russia e Cina, sulla pelle della Siria.

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La guerra in Siria è iniziata con la stessa tecnica collaudata, vittoriosamente, in Africa settentrionale. Le bande armate che attaccano i regimi mussulmani autoritari, per la conquista delle libertà democratiche negate alle giovani generazioni. Si sapeva che questa guerriglia interna veniva fomentata dagli USA. A livello internazionale non era un mistero per nessuno. Una violazione marcata del diritto internazionale era insita nella stessa situazione di fatto. Che la spinta delle potenze occidentali dirette ad allargare la propria sfera di influenza dentro al complesso e pericoloso mondo islamico, dovesse, fatalmente, cozzare, con lo stridore delle forze naturali indomabili, con la restante parte degli Stati ancora liberi dalla dominazione americana, era, anch’essa, una verità scontata. I metodi spicci e sbrigativi di attacco alle sovranità nazionali, camuffate come interventi umanitari, a partire dalla guerra nei Balcani, con cui gli americani hanno piazzato gli avamposti sempre più avanzati del loro esercito, a ridosso dei confini dei, sempre meno numerosi, nemici ancora da domare e dominare, erano destinati a trovare paletti sempre più duri da divellere. La mia personale impressione è che, le prime tracce di questa tecnica di guerra, apparentemente rivolta a liberare i popoli oppressi dalle dittature disumane, per poi, munificamente, non solo riguadagnarli alla libertà ed alla democrazia, ma anche rispettarne l’indipendenza e la sovranità, fosse già iniziata proprio in occasione del secondo conflitto mondiale. Le difficoltà dell’Italia a percorrere un proprio percorso politico indipendente e libero da interferenze straniere, nel corso dei decenni successivi alla fine della guerra, si sono fatte sempre più evidenti. L’intromissione americana prese forma sempre più chiara ed evidente, fino a costringere i nostri capi di Stato ad un’umiliante sottomissione ai diktat della casa bianca, ogni volta che, decisioni dettate ed imposte dalla specificità della situazione politica interna italiana, non fossero collimanti con le visioni che, responsabili della politica estera Usa, avevano degli assetti e degli equilibri tra poteri internazionali. Prima di adottare ogni decisione importante, il nostro presidente del consiglio era obbligato ad intraprendere un viaggio oltreoceano, al fine di chiedere ed ottenere il consenso del segretario di stato americano di turno. La fine drammatica del presidente Moro, per il suo compromesso storico, e quella di Craxi, che osò sfidare gli americani a Sigonelle, sono stati moniti diretti a far comprendere bene all’Italia e agli italiani chi fosse il vero padrone del destino della nazione. Insomma, la fine della guerra consegnò al mondo un’Italia sottomessa al protettorato coloniale USA. La tristemente nota strage del Cermis, la morte tragica di Nicola Calipari, il processo a carico di Amanda Knox, per l’omicidio di Meredith Kercher, finito con un’assoluzione imposta dagli americani, sono solo alcuni esempi illuminanti della totale dipendenza coloniale italiana nei confronti degli USA. La c.d. crisi dell’euro che investe come un ciclone le economie degli Stati mediterranei, è una prova evidentissima della condizione di inferiorità e di subordinazione politica ed economica in cui questi paesi sono stati da sempre tenuti. L’irrigidimento autoritario del potere USA nel mondo, sempre più marcato, sta trasformando la stessa democrazia americana, fino al punto da costringerla ad abbandonare la sua vecchia veste di nazione libera e democratica, e farle vestire i panni temibili delle ferree, truci e sanguinarie dittature di stampo razzista e nazista, qual’è sempre stata “antropologicamente“, nel fondo più intimo del suo spirito nazionale, votato, da sempre, al razzismo e nazionalismo più puro, bieco ed incondizionato. Il disprezzo per le sovranità nazionali degli altri Stati, da parte di una potenza forte, tanto da esserne qualificata e classificata come super potenza, la rende non solo arrogante, ma persino presuntuosa. La lesione sfacciata del diritto internazionale, fino a pretendere di definire guerra umanitaria quella condotta contro Stati membri della comunità internazionale a tutti gli effetti, al solo scopo di soggiogarli militarmente, sta provocando il fallimento dell’organizzazione delle nazioni unite, il cui organo centrale, Il consiglio di sicurezza, prevede per il suo funzionamento, che, le nazioni vincitrici dell’ultimo conflitto mondiale, tra cui Russia e Cina, abbiano diritto di veto. Il movimento rivoluzionario organizzato dagli americani contro il regime di Assad in Siria, è un vulnus dell’indipendenza e della sovranità nazionale di questo paese. Non risulta che tra le finalità dell’ONU, vi sia quella di appoggiare movimenti eversivi e terroristici contro legittimi Stati sovrani, diretti a sovvertirne l’ordine costituito al loro interno. Volersi disinteressare di questo elemento centrale, cardine del diritto internazionale, significa avere già messo in conto l’inevitabilità di un terzo conflitto mondiale. Gli organi di stampa, da mesi, battono notizie di massacri di popolazione inerme da parte dell’esercito di Assad. La solita propaganda di guerra, ben conosciuta, diffonde, in continuazione, notizie di decine di bambini uccisi, di centinaia ed anzi, migliaia di morti in esplosioni e bombardamenti mirati contro civili incolpevoli. Anche durante la guerra in Libia, la scusa adotta per giustificare la c.d. "no-fly zone" e l'intervento della flotta Nato contro l'esercito di Gheddafi, furono questi fatti, deprecati dalle nazioni occidentali e poi fatti condannare dall'Onu, come crimini contro l'umanità. Altrettanta solerzia non è stata usata, però,  per informare l'opinione pubblica ed accusare i veri responsabili, cioè gli alleati Nato, delle migliaia di bambini, donne e civili inermi uccisi nelle c.d. guerre di liberazione scatenate in ogni parte del mondo, dal Vietnam ai Balcani, dall'Iraq all'Afganistan, al corno d'Africa, al nord Africa ecc. In Afganistan il numero di bambini sterminati dagli americani in attacchi aerei contro villaggi indifesi non si contano. Non si contano gli uomini e le donne massacrati e tanti di questi episodi criminosi non sono mai stati neppure rivelati, non solo, ma nessuno si è mai, neppure sognato di definirli crimini contro l'umanità. L'Onu non è mai stata investita del potere di occuparsi di questi casi orribili e disumani, troppo facilmente, da subito, definiti come effetti collaterali o secondari della guerra. Se le forze Nato intervenissero in Siria, con il pretesto di porre fine alla carneficina, i massacri che ne seguirebbero, come conseguenza dei bombardamenti aerei a tappeto, del territorio siriano, sarebbero ben più imponenti di  tutti quelli fin qui avvenuti. Ed hanno il coraggio di chiamarle "missioni di pace". Ciò nonostante, gli occidentali verrebbero salutati sempre e solo come liberatori e vincitori, non come sterminatori di popoli indifesi, pacifici ed inermi! In questi ultimi giorni siamo informati di un’avanzata irresistibile dell’esercito rivoluzionario fino a Damasco, dove i combattimenti avvengono casa per casa, della famiglia del presidente siriano che si reputa dispersa, dello stesso presidente Assad in fuga, di un attentato terribile in cui hanno perso la vita numerosi componenti del governo siriano, tra cui il ministro della difesa. In questo contesto, gli USA e le altre potenze occidentali, dispongono una seduta del Consiglio di sicurezza dell'ONU, diretta  a porre come questione all’ordine del giorno una risoluzione che condanni la Siria in persona del suo presidente, per crimini di guerra e contro l’umanità, presupposto per intraprendere ulteriori misure ritorsive contro il regime di Assad, di natura economica e militare. Russia e Cina, da sempre contrarie ad una invasione militare di questo paese, finalizzata, nella più favorevole delle ipotesi, all’instaurazione di un governo amico degli americani, in un territorio, storicamente considerato una porta aperta verso il profondo del territorio asiatico e strategico, per la difesa dell’intero continente, hanno, come preannunciato, esercitato il diritto di veto. In seguito al veto posto da Russia e Cina, la risoluzione non è stata adottata. La furia degli americani è stata incontenibile, fino a minacciare di dare corso alle misure richieste anche da soli, senza l’ONU. Se una tale folle decisione venisse posta in essere, sarebbe l’inizio, scontato e preannunciato, del terzo conflitto mondiale. La determinazione americana di imbrigliare in una morsa militare senza precedenti storici, le nazioni del continente asiatico, accerchiate da tutti i lati, per via di terra e di mare, dal Baltico ai Balcani, dalle repubbliche caucasiche al medio oriente fino all’oceano indiano e pacifico, oltre al terrore dello scudo atomico le cui piattaforme sono già in corso di installazione lungo le frontiere con la Russia, è arrivata al punto di rottura. I paletti infissi come limiti strategici dell’inviolabilità dei confini di un intero continente, stanno per essere rimossi. La fine verrà, forse, ancora prima del programmato e tanto temuto attacco all’Iran. Di sicuro il tempo a ritroso scandito dalla clessidra sta per scadere ed il destino del pianeta è già segnato.

via zorro4805.typepad.com


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